Voce: Paolo Grazia, Responsabile Ufficio IAT Zola Predosa Edificato a partire dal 1650 su commissione di Girolamo Albergati Capacelli e contributi progettuali di Gian Giacomo Monti, è stato definito il più importante monumento civile del Seicento emiliano. L’edificio ha forma e dimensioni tali da costituire un punto di riferimento per tutto il territorio circostante. L’austerità dell’esterno contrasta con l’imprevedibile eleganza barocca dell’interno. I soffitti a volta sono stati dipinti con importanti cicli rappresentativi della pittura emiliana fra Sei e Settecento realizzati da Giacomo Alberesi, Angelo Michele Colonna, Antonio Burrini, Prospero e Gaetano Pesci, Giuseppe Valliani, Vittorio Bigari e Stefano Orlandi. Visitato da moltissimi personaggi della politica e della cultura europea, nel Settecento il salone centrale venne utilizzato da Francesco Albergati, commediografo e sodale di Carlo Goldoni, per allestire un teatro capace di oltre 300 posti. Giunto fino a noi nell’integrità dell’assetto iniziale, è uno dei massimi esempi di architettura barocca in Italia ed è utilizzato oggi come sede di convegni, mostre, eventi musicali, gastronomici e teatrali. Il giardino-campagna che lo circonda è scandito da viali, cavedagne, fossi e maceri e racconta la doppia funzione attribuita al Palazzo: luogo di villeggiatura ma anche di governo della tenuta agricola.
Voce: Paolo Grazia, Responsabile Ufficio IAT Zola Predosa Villa Edvige Garagnani rappresenta uno degli elementi architettonici ed ambientali più significativi di Zola Predosa. La sua edificazione, frutto dell'ampliamento di un edificio preesintente avvenuto verosimilmente nella seconda metà del Settecento, e' un esempio di dimora borghese per la villeggiatura, caratterizzata dalla loggia passante al piano terra contraddistinta da affreschi alla boschereccia attribuiti ad un artista della scuola del Basoli. Tra gli elementi rimasti dell'antico giardino si notano alcuni alberi di notevoli dimensioni come il Cedrus Deodara antistante la villa e la finta grotta nella parte posteriore. Villa Edvige Garagnani è di proprietà comunale dal 1971, è stata oggetto di un lungo percorso di recupero. Oggi è parte integrante del progetto “Giardino Campagna”, ospita attività culturali, turistiche ed enogastronomiche, diventando di fatto lo show room delle attività produttive ed economiche d’interesse sovracomunale. La loggia passante al piano terra è “casa comunale” e costituisce una grande opportunità per chi intenda celebrarvi il matrimonio civile. Sempre al piano terre, la villa ospita l’ufficio di Informazione ed Accoglienza Turistica costituendone la sede. Dal Settembre 2010 presso la villa ha sede il Centro studi Ville Bolognesi.
Voce: Marco Landucci, Assessore alle Attività Produttive e al Turismo Comune di Zola Predosa Voluto all'inizio del Cinquecento da Alessandro Bentivoglio, passò in seguito ai Marescotti e quindi ai Pepoli. Pochi anni fa, dopo un lungo abbandono, la villa è stata restaurata completamente nella sua complessità di architettura rinascimentale, leggibile nel doppio loggiato della facciata nord, e di architettura neoclassica secondo l'assetto conferitole da Angelo Venturoli fra il XVIII e il XIX secolo del lato rivolto a sud. Il timpano è decorato con due angeli che sostengono lo scudo di famiglia sormontato dall'aquila. All'interno conserva preziosi soffitti lignei dipinti, decorazioni e fregi. All'esterno il giardino conserva le vasche per i giochi d’acque che lo caratterizzavano in antichità. Spazio condiviso con la scuderia che si erge su due piani, divisa in tre grandi navate con volte a crociera.
Voce: Marco Landucci, Assessore alle Attività Produttive e al Turismo Comune di Zola Predosa Palazzo del Settecento appartenuto alla famiglia Stella, dagli inizi del Novecento e per quasi un secolo è stata sede del Municipio di Zola. All'esterno un bassorilievo celebra l’orafo e pittore del Rinascimento Francesco Raibolini detto il Francia (1450-1517) la cui famiglia era originaria di Zola Predosa. Sulla facciata il monumento ai caduti della Prima Guerra mondiale e la lapide ricordo del patriota risorgimentale Giuseppe Marchi.
Voce: Elisabetta Bisello, Responsabile Segreteria del Sindaco Di origine medioevale, è stata in seguito trasformata in piccionaia. È un raro esempio di architettura difensiva posta a salvaguardia della ‘tumba’ tipico insediamento medioevale con la casa padronale e gli altri edifici rustici leggermente rialzati sul piano della campagna.
Voce: Gabriele Mignardi, Giornalista storico locale All'inizio del '600 Enea Magnani iniziò la trasformazione in residenza padronale di un piccolo edificio rustico, esistente sulle antiche proprietà di famiglia,. Soggetto a molte modifiche nel corso dei secoli e recentemente restaurato, l'edificio è caratterizzato da una loggia passante. All'interno si segnalano fregi pittorici al piano nobile e soffitti tassellati. Degno di interesse il disegno del giardino tracciato alla fine delll'Ottocento da Ernesto Sambuy, lo stesso progettista dei Giardini Margherita a Bologna: un grande spazio a ridosso del torrente Lavino purtroppo danneggiato durante l’ultima guerra.
Voce: Gabriele Mignardi, Giornalista storico locale Fu edificata nel 1679 da Edoardo Zanchini. L'originalità di questo edificio consiste nell'articolato percorso coperto che conduce e protegge le rampe che portano alla loggia d'ingresso in un effetto scenografico di moltiplicazione degli spazi e nella sala centrale a tutto volume. Il giardino è impostato sul gioco prospettico dei due viali di accesso alla villa che si chiudono su un edificio con struttura asimmetrica creando così una illusione ottica che corregge la posizione disassata del giardino stesso rispetto all'entrata principale della villa. Di probabile origine cinquecentesca è la cisterna-ghiacciaia ipogea, di forma sferica, posta nello spazio antistante la villa.
Voce: Gabriele Mignardi, Giornalista storico locale Sorge lungo la via Risorgimento, di fronte all'antica via dell'Osteriola, alla quale rivolge il principale portone d’ingresso e lo scalone frontale. Documenti risalenti al Seicento illustrano la villa con quattro torri angolari, come da diffusa tipologia di insediamento rurale, due delle quali scomparse però già nel secolo successivo. All’interno la loggia passante con volta a botte, lievemente decorata, si ripete al piano superiore.
Voce: Gabriele Mignardi, Giornalista storico locale Sobria villa ottocentesca derivata dalla trasformazione di una edificio rurale, deve il suo aspetto attuale alla trasformazione voluta da Andrea Balzani nel 1860 e da un accurato recente restauro. La loggia passante si ripete nei tre piani. Nel 1797 fu annesso alla casa un oratorio che si apre ogni tre anni in occasione della festa della Santissima Trinità. Il parco che circonda la villa conserva alcuni alberi centenari tra cui spicca un bell'esemplare di Taxus baccata ed un singolare bosco di querce di ogni provenienza. La famiglia Balzani continua con grande impegno a curare il parco, che è stato arricchito negli ultimi decenni con una collezione di rose tra le più ricche in Italia.
Voce: Gabriele Mignardi, Giornalista storico locale Villa edificata all'inizio del '900 lungo la via Masini, dalla famiglia Maccaferri: dinastia idustriale che fondò le vicine officine meccaniche, fra le prime e più importanti industrie bolognesi. Accanto alla villa, in prossimità della linea ferroviaria, un nuovo insediamento residenziale realizzato al posto dello stabilimento di cui resta la testimonianza dell’antica ciminiera in mattoni.
Voce: Elisabetta Bisello, Responsabile Segreteria del Sindaco Dimora borghese ottocentesca che fu abitata dal famoso botanico nativo di Sarzana Antonio Bertoloni, autore della \"Flora Italica\". Nel parco collinare, disteso fra i vigneti, svariati esemplari secolari di piante.
Voce: Elisabetta Bisello, Responsabile Segreteria del Sindaco Di origini seicentesche, agli inizi dell’Ottocento pervenne alla famiglia Dal Bello che ne fece la propria residenza dotandola della facciata neoclassica, curando il grande parco lungo la via Gesso e mantenendo l’oratorio privato.
Voce: Elisabetta Bisello, Responsabile Segreteria del Sindaco Di origine cinquecentesca ma di assetto ottocentesco, sorge fra la via Rigosa e la via Roma con accesso contrassegnato da un lungo viale introdotto da due imponenti archi in mattoni (Portoni rossi) che delimitavano il confine sulla Strada maestra di Sant’Isaia, principale collegamento con Bologna. L'interno è a loggia passante ripetuta e sovrapposta nei due piani superiori ai quali si accede da uno scalone di forma ovale. La sala ovale fu decorata da Ravegnani nel 1870. L'ampio parco, conserva una grande varietà di alberi fra cui un singolare esempio di sequoia dalle dimensioni monumentali.
Voce: Stefano Fiorni, Sindaco Comune di Zola Predosa L’attuale sede comunale, è stata progettata dall’Ing. Ivo Tagliaventi nell’ambito di un più grande disegno urbanistico ed architettonico, che ha interessato la Piazza di Vittorio. Il nuovo Municipio è stato inaugurato nel 1991. L’opera è stata successivamente completata (a seguito dell’esperimento nel 1998 di un concorso di idee) dalla realizzazione della stazione ferroviaria a servizio della linea suburbana Bologna - Vignola, che tange la sede stessa.