Voce: Simone Gamberini, Sindaco Comune Casalecchio di Reno L’elegante dimora nobiliare, di assai antiche origini, rappresenta un raro esempio di continuità abitativa dal primo secolo a.C. ad oggi. Scavi effettuati alla fine dell’ottocento hanno portato alla luce resti di muri, pavimenti ed un bagno di una villa romana di età tardo repubblicana. Trasformato nel Medioevo in luogo fortificato, l’edificio diventò il Castello di Casalecchio, che, dalla sua posizione dominante controllava la strada, il ponte, il guado sul Reno e tutta la pianura sottostante. Solo nel 1500, pacificato il territorio bolognese che entrò a far parte dello Stato Pontificio, il Castello, venuta meno la sua funzione militare, fu trasformato in dimora signorile. Fu proprietà dei Ballantini, in seguito dei Conti Cospi che ricoprirono numerose cariche nel Governo Bolognese: ascritti nel 1406 al Senato cittadino, furono poi nominati Marchesi nel secolo XVIII. Nella prima metà dell’ottocento i Marchesi Cospi vendettero la villa al Prof. Giovanni Aldini, eminente scienziato e uomo politico, nipote di Luigi Galvani e fratello dell’Avv. Antonio Aldini, che era stato Ministro di Napoleone. Dagli Aldini la villa passò, per discendenza diretta, all’Ing. Giuseppe Ghillini, grazie al quale la splendida costruzione, già lesionata dalla guerra, è ritornata all’antico splendore.
Voce: Simone Gamberini, Sindaco Comune Casalecchio di Reno Alla metà del XVIII secolo il Conte Vincenzo Marescalchi, discendente di una illustre famiglia, iscritta al Senato bolognese fin dal 1578, acquistò dai Benedettini una proprietà terriera su cui fece costruire “un grandioso ed elegante casino, con bosco inglese, giardino, giochi d’acqua e belle pitture” adibendo poi a terreno agricolo i vasti appezzamenti attorno. Nel 1811, Antonio Marescalchi, di ritorno dal suo soggiorno in Francia, fece ristrutturare la villa, aggiungendo alla primitiva costruzione un doppio ordine di ariose logge, scandite ad agili colonne. Il Conte Antonio, morendo, lasciò erede un’unica figlia, Matilde, che andò poi sposa al Conte Guido Carlo Visconti di Modrone. Dalla coppia discendono gli attuali proprietari della tenuta. La villa fu gravemente danneggiata durante il secondo conflitto mondiale e fu ricostruita in forme moderne. Dell’antica costruzione di sono salvati solo la torre ed un porticato, mentre sono anche andate perdute le pitture degli interni, attribuite a Cesare Baglioni, pittore bolognese di buona fama. Di fianco all’ingresso vi è una piccola cappella dedicata a Sant’Antonio. Sull’altare maggiore si alza una pala tricuspidale. Nel mezzo la Madonna ed il Bambino, di origine pregiottesca. Ai lati Sant’Antonio e San Petronio di recente fattura. Molto bello il grande parco con verdi prati e grandi ippocastani.
Voce: Simone Gamberini, Sindaco Comune Casalecchio di Reno Dell’antica Villa Marullina, di costruzione diversa da quella attuale, si hanno notizie fin dal 1466. Fu restaurata ed ampliata dal 1620 al 1640, con interni ricchi di decorazioni, di cassettoni dipinti forse dal Curti e dal Colonna o dal Mitelli. Dopo vari proprietari la villa passò in eredità ai Marchesi Beccadelli. L’ultimo nobile discendente ad abitare la bella villa, un po’ decadente nel suo signorile arredamento, è stato il Marchese Giacomo Beccadeli, morto intorno al 1980. Attualmente dall’ingresso di Via Calzavecchio si accede al Parco, meno ricco di secolari alberi, meno ampio, ma ordinato nella sua nuova funzione. Infatti la Villa, restaurata nel rispetto e nel mantenimento della sua architettura e delle sue artistiche decorazioni interne, è adibita ad accoglienti e prestigiosi uffici di varie società.
Voce: Simone Gamberini, Sindaco Comune Casalecchio di Reno La villa fu fatta edificare da Camillo Bolognetti ed inaugurata nel 1559. Il progetto è stato attribuito all'architetto Domenico Tibaldi, ma data la sua giovane età, è da considerarsi opera di Pellegrino Tibaldi. Si tratta di una tipica villa senatoria cinquecentesca, che integrava la residenza signorile con gli edifici per la servitù e per i contadini che curavano il fondo agricolo. Il toponimo di Toiano è di derivazione romana, da un Tullius, proprietario del fondo, volgarizzato poi in Toiano. La villa ha subito notevoli danni nel corso della Seconda Guerra Mondiale e si deve agli attuali proprietari il restauro di tutto l'edificio ed il ripristino di tutto il complesso ad esso collegato, restituito al suo antico splendore. La villa è caratterizzata da quattro portici, uno per lato, i più imponenti dei quali sorreggono gli eleganti frontoni triangolari della facciata principale. La loggetta porticata sul lato sud si apre su un viale che porta alla “Caffè – House”, circondata da un boschetto, ed una volta destinata agli ospiti. Sul retro dell'edificio, ai margini del grande prato erboso, delimitato ai suoi angoli da statue settecentesche, si trovano gli edifici rurali.
Voce: Simone Gamberini, Sindaco Comune Casalecchio di Reno Case Volpe è un insediamento abitativo dotato di una propria identità, grazie all’assetto unitario delle superfici esterne. Queste si presentano scandite da fasce orizzontali di mattoni a vista, alternate a parti semplicemente intonacate. Il complesso, progettato nel 1936 dall’Ing. Luigi Veronesi (1889-1963), si caratterizza per la forma a torre data dal serbatoio dell’acqua poichè la spinta ascensionale fornita dall’acquedotto non era all’epoca sufficiente a raggiungere i piani alti degli edifici. Il serbatoio, collocato al centro dell’area cortiliva, ripete la scansione a fasce orizzontali dei palazzi ed è ora completato da un grande orologio luminoso, ben identificabile anche da lontano.
Voce: Simone Gamberini, Sindaco Comune Casalecchio di Reno Questa villa prende il nome da un piccolo fiume che scorre nei pressi. Ai margini di un folto bosco la costruzione ha sul davanti un grande prato recintato da una balaustra, quasi a formare un balcone aperto sulla bella vista del fiume Reno. La costruzione è costituita da un piano seminterrato e da due piani sopraelevati cui si accede attraverso una scala a due rampe.. Nell’interno la tipica loggia di entrata arriva fino al lato opposto del fabbricato. La villa fu di proprietà del commediografo Alfredo Testoni che vi abitò nei mesi estivi dal 1910 al 1919. In questo luogo Testoni compose sette lavori in vernacolo e diciannove commedie in italiano tra cui “Il nostro prossimo” e “Cenerentola”. Qui ebbe anche una intensa vita mondana con pranzi e feste per gli amici. Sulle quattro porte laterali Alfredo Testoni fece dipingere all’amico Augusto Mariani (in arte Nasica) quattro cartigli a grandi volute e, all’interno di ognuno, come benvenuto agli ospiti quattro versi così formulati: “Entra ospite fidente – nella casa modesta – noi ti faremo festa – accolto lietamente”.
Voce: Simone Gamberini, Sindaco Comune Casalecchio di Reno Fin dai primi anni del 1500, la famiglia dei Marchesi Sampieri aveva acquistato terreni a Casalecchio e vi aveva costruito una villa nota come “Sampieri vecchia”, ancor oggi perfettamente conservata e situata all’interno del Parco della Chiusa. Nel XVIII secolo, i Marchesi, cresciuti in rango, fecero costruire una villa più prestigiosa, all’interno di un grande parco. Nel parco della villa esisteva un tempietto cinese, La Casa dell’Orso e la Casa dell’Eremita. Alla morte del Marchese Francesco, ereditò i possedimenti la sua unica figlia, Carolina, sposa del conte Denis Talon. La villa fu centro di mondanità e manifestazioni culturali fino all’inizio del 900: tennero qui concerti Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti, Fu visitata, nel suo soggiorno a Bologna dal grande scrittore Stendhal. La splendida villa fu purtroppo quasi completamente distrutta dai bombardamenti nella Seconda Guerra Mondiale.