Voce: Francesca Biagi, Ufficio Turistico Comune Sasso Marconi Questo acquedotto romano
ha un primato rispetto agli altri: dopo oltre 2000 anni è forse l’unico ancora perfettamente
in funzione e continua a portare l’acqua del fiume Setta alle case dei bolognesi per
circa un quinto del loro fabbisogno. Giudicate infatti insufficienti le acque dell’Aposa
(unico fiume che attraversa il centro di Bologna) e troppo calcaree quelle del Reno,
gli ingegneri idraulici romani decisero che il torrente Setta, con acque pulite, dolci
e chiare, facesse al caso loro. Progettarono così, circa intorno al 15 a.C., un tunnel
interamente scavato nelle colline di roccia di arenaria e argilla, il cui imbocco
si trova lungo la riva destra del Setta, poco prima della confluenza col Reno. Lungo
quasi 19 km, la sua realizzazione occupò 20 squadre, ciascuna con decine di uomini
che lavoravano a turni, probabilmente per una durata di 12 anni. L’acquedotto venne
costruito per tronchi. Ogni tratto veniva scavato da due squadre che entravano dallo
stesso pozzo e, dandosi le spalle, avanzavano in direzione opposta sino all’incontro
con una squadra entrata più a monte o più a valle, circa a distanza di 80 m. Rimase
in funzione fino al IV secolo d.C., quando le invasioni dei barbari portarono alla
caduta dell’impero Romano in Occidente. Inattivo per quindici secoli, venne poi ripristinato
nel 1883.