Voce: Catia Aliberti, Assessore alla Cultura e al Turismo Comune di Vergato L’oratorio
della Madonna del Bosco sorse nella prima metà del Seicento lungo una delle più antiche
direttrici di valico dell’Appennino, probabilmente con la funzione di \"Hospitale\",
luogo per la sosta ed il ristoro dei viandanti. Le origini del santuario si possono
fissare ad una precisa data di nascita: 1630, anno della grande peste che colpì l’Italia.
Proprio per questo motivo, il piccolo santuario venne dedicato ai santi Sebastiano
e Rocco, protettori da questo terribile flagello. L’originaria intitolazione lasciò
il posto ad una nuova devozione che si andava diffondendo ad opera dei padri Carmelitani
nella seconda metà del Seicento: il culto della Madonna del Monte Carmelo, popolarmente
detta del Carmine. Questo titolo venne quindi aggiunto a quello originario e poi lo
sostituì completamente. Al titolo venne poi aggiunto l’attributo “del Bosco”, che
avrebbe conservato per secoli, ma anche di “Ridicanè” dal nome del Rio che ancora
oggi viene chiamato così. Dalla relazione del Cardinale Boncompagni per la sua visita
del 1692 alla chiesa, apprendiamo che era stata costruita, come la maggior parte degli
oratori di montagna, “ad modum capannae”, col tetto spiovente e a pianta rettangolare.
Vi si venerava una statua della Madonna inserita in una nicchia, con una corona d’argento,
che veniva portata in processione durante la festa del 16 luglio. Addossate alle arenarie
plioceniche, il Calindri vi rileva la presenza di “due anguste cellette parte murate
parte incavate nel sasso” ad uso di un eremita, custode di questo oratorio.