Voce: Adriano Dallea, Assessore alla Cultura Comune di Sasso Marconi Palazzo de’ Rossi
è “uno di quelli rarissimi luoghi che in questi nostri paesi si possono ritrovare
per i piaceri e trastulli dell’uomo”: così Leandro Alberti, autore della Historia
di Bologna, descrisse questo imponente complesso che comprende sia la residenza signorile
sia il borgo per le attività agricole ed artigianali. Il palazzo, in stile tardogotico
bolognese (riconoscibile dal coronamento a merlature e dalle decorazioni in cotto),
fu iniziato nel 1482 da Bartolomeo Rossi, colto umanista, erede di una famosa famiglia
di banchieri bolognesi, e completato successivamente dai figli. La residenza divenne
una delle più sontuose dimore del contado bolognese e ospitò personaggi illustri quali
Giovanni II Bentivoglio, Torquato Tasso e i papi Giulio II, Paolo III e Leone X, dal
quale i Rossi ottennero la giurisdizione feudale su Pontecchio. Di notevole interesse
il giardino “all'italiana”, semplice rettangolo chiuso tra una scarpata e il canale
artificiale che porta le acque del Reno. Possiede, unico nel suo genere, un impianto
di canalizzazione sotterraneo per l'irrigazione a caduta. Ancora visibili sono il
grande arco, oltre al quale si trova il Borgo tutt’ora abitato, l’originale fossato
con ponte levatoio e l’antica torre colombaia. Lo spazio erboso, davanti alla facciata
occidentale, veniva utilizzato per le feste e per l'importantissima fiera di bestiame
che, documentata dal 1673, si svolge a cavallo di ogni 8 settembre ed è conosciuta
con il nome di Fira di Sdaz.